Che cos’è il cateterismo arterioso?

Per cateterismo arterioso si intende l’introduzione di una cannula  o di un catetere all’interno di un’arteria palpabile. In genere i punti di accesso sono tramite l’arteria radiale e femorale anche se e possibile inserirli in arteria ulnare,brachiale e ascellare.

Il cateterismo arterioso viene utilizzato principalmente nei setting di terapia intensiva o in sala operatoria dove assicura un monitoraggio in continuo della pressione arteriosa (sistolica, media, diastolica) in modo cruento per il controllo emodinamico invasivo, ed inoltre permette di prelevare rapidamente campioni ematici arteriosi per esami emogasanalitici.

Il sito di accesso deve essere scelto valutando: il confort, la sicurezza, la gestione dell’antisepsi, la misura dei cateteri, la presenza di eventuali deformazioni anatomiche e il rischio di complicanze, come per esempio il sanguinamento.

Negli adulti, l’accesso del catetere, ovvero l’incannulamento, è preferibile nell’estremità superiori, generalmente arteria radiale, rispetto all’estremità inferiori in quanto, in quest’ultime  è associato un rischio maggiore di complicanze.

Prima di procedere al cateterismo in arteria radiale è preferibile eseguire il test di Allen per valutare se, in caso di occlusione dell’arteria radiale, il circolo collaterale fornisce un flusso sufficiente a perfondere la mano. Il test consiste nella compressione manuale delle due arterie del polso. Si chiede al paziente di aprire e chiudere la mano, in modo da far refluire il sangue finchè la mano non diventa pallida. Rilasciando la compressione, se la mano riprende rapidamente colore con un tempo inferiore a 5 secondi, il circolo collaterale fornisce un flusso sufficiente, e quindi si può procedere alla puntura dell’arteria, cosi che nel caso si dovesse occludere il catetere non viene compromessa la circolazione della mano.

Il catetere arterioso è costituito da materiale biocompatibile, in genere teflon o poliuretano quest’ultimo sembra meno associato a complicanze infettive rispetto a cateteri in polivinile cloruro o polietilene. Il diametro interno è espresso in Gauge, ad esempio in arteria  radiale si utilizza un catetere da 20 – 22 G pari a 0,812 – 0,644 millimetri di diametro.

Quando si posiziona un catetere in arteria è importante osservare tutte le procedure per l’igiene delle mani, lavandosi con saponi antisettici. Prima delle procedure di inserimento va disinfettata la cute con soluzioni a base di clorexidina al 2% o tintura di iodio e il tutto deve essere eseguito preparando un campo sterile con personale  sterile.

Prima della puntura, per l’inserimento della cannula, si procede con l’infiltrazione di anestetico locale eseguibile con lidocaina 1% indipendentemente se il paziente sia sveglio o sedato.

Quali sono le tecniche di posizionamento?

Le tecniche con la quale viene inserita la cannula arteriosa, può essere di  due tipi:

  • Tecnica diretta: cannula su ago guida (catetere corto)
  • Tecnica Selldinger: cannula su guida (catetere lungo da 10 a 25cm)

Durante il posizionamento del catetere, il braccio deve essere fissato con la mano in estensione.

Il sistema di lavaggio, a pressione positiva garantisce la pervietà della via e l’uso dell’eparina a basso dosaggio, nelle soluzioni di lavaggio dei cateteri, prolunga il tempo di permanenza e riduce il rischio di formazioni di coaguli.

Tale sistema viene collegato ad un set composto da:

  • Un rubinetto a 3 vie
  • Un trasduttore
  • Un sistema di lavaggio
  • Un pressurizzatore (premi-sacca)
  • I tubi di pressione (tubi collegati al set) sono trasparenti e rigidi per non deformare l’onda pressoria, i rubinetti a 3 vie sono situati nel punto di connessione tra il trasduttore e i tubi di pressione che consentono la chiusura o l’apertura temporanea della via per eventuali prelievi di sangue.

Le informazioni che si possono ottenere dalla curva pressoria riguardano la contrattilità miocardica, la frequenza cardiaca, la volemia e le conseguenze aritmiche. L’onda viene riprodotta grazie all’eneregia meccanica che dalla punta del catetere trasmette al trasduttore dove viene convertita in un segnale elettrico, convertito a sua volta da un analizzatore in onda.

 

Come avviene il monitoraggio della pressione cruenta?

La rilevazione continua della pressione arteriosa centrale, viene effettuata mediante una serie di passaggi precisi e conseguenziali quali:

  • Posizionare il trasduttore all’altezza dell’atrio destro (linea ascellare media)
  • Riempire il sistema con la soluzione fisiologica presente nella premi-sacca.
  • Chiudere momentaneamente la linea arteriosa ruotando il rubinetto in posizione di chiusura in modo da isolare l’arteria.
  • Mettere il sistema di controllo a contatto con l’aria ambiente.
  • Premere il tasto si azzeramento (0) sul monitor, il quale avvia il procedimento automatico.
  • In fine, “ri-aprire” la via, ovvero ruotare in rubinetto in modo da ripristinare il collegamento trasduttore – paziente – kit di monitoraggio.

Dopo l’inserimento di un catetere arterioso è importante tenere sotto controllo il paziente, in particolar modo se il paziente riferisce dolore al sito di inserimento, febbre senza cause o altre manifestazioni che suggeriscono infezioni locale e verificare se ci sono casi di sanguinamento.

Per un corretto utilizzo del controllo invasivo della pressione arteriosa è importante:

  • Mantenere costantemente lo premi-sacca a una pressione di 300mgHg per garantire un flusso continuo di 3-5 ml/h, utilizzando come sistema di risciacquo soluzione fisiologica.
  • Verificare che le connessioni e i tappi siano ben chiusi.
  • Verificare che non ci siano bolle d’aria all’interno del circuito.
  • Eseguire l’azzeramento ogni 8 ore.
  • Eseguire lavaggi periodici nel sistema, per rimuovere eventuali coaguli che si formano all’interno della linea o nel catetere dopo ogni prelievo.

Le controindicazioni all’inserimento di una linea arteriosa radiale sono poche ma specifiche, infatti è controindicato nei pazienti affetti da tromboflebiti o fenomeni obliteranti perchè può compromettere il circolo collaterale che in caso di problemi all’arteria (es occlusioni o lesioni) non e più sufficiente a garantire la circolazione. Altre controindicazioni sono la presenza di infezioni nel luogo di inserimento o ferite traumatiche dell’arto.

Il catetere viene rimosso quando non è più possibile avere una traccia arteriosa adeguata o eseguire prelievi ematici, quando ci sono segni di infezione cutanea franca (edema o arrossamento) nel punto di inserzione e quando non si necessita più del monitoraggio cruento. Una volta rimosso il catetere è importante eseguire una compressione sul sito di accesso, mediante sistemi di compressione, quali bracciali per siti di accesso radiali o bendaggi per siti di accesso femorali oppure mediante una compressione manuale se necessaria.

 

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Dott. Roberto De Vito

Infermiere

 

UOC Emodinamica

Azienda dei Colli – Monaldi (NA)