Il COronaVIrus Disease 19 o comunemente conosciuto #COVID-19 è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus, può sviluppare polmonite interstiziale bilaterale con grave insufficienza respiratoria ipossica (ARDS -Acute Respiratory Distress Syndrome) conseguente a grave alterazione del rapporto ventilazione-perfusione.

La pandemia ha provocato danni significativi alla sanità mondiale che, a causa dell’elevato numero di infezioni, ha implementato nuove strategie assistenziali per migliorare l’attività respiratoria del paziente e ridurre, in alcuni casi, il numero di intubazioni.

Una procedura molto efficace in fase avanzata è la pronazione, ovvero l’esposizione dell’intera superficie dorsale del corpo attraverso un movimento rotatorio secondo l’asse longitudinale dello stesso, che in combinazione con la ventilazione invasiva ha ottenuto grandi risultati nel miglioramento dello stato di ossigenazione del paziente.

Indicazioni

Nei meccanismi fisiopatologici determinati da questa metodica, la ventilazione/perfusione si è riscontrata essere più uniformemente distribuita tra le regioni polmonari dorsali e ventrali.

È indicata in caso di:

  • grave ipossiemia;
  • inadeguata ossigenazione;
  • insufficienza respiratoria refrattaria alla ventilazione meccanica;
  • ARDS.

Altrettanto gli obbiettivi della mobilizzazione prona sono caratterizzati da:

  • reclutare degli alveoli precedentemente esclusi;
  • ridistribuire l’acqua extravascolare;
  • mobilizzare le secrezioni;
  • migliorare gli scambi gassosi;
  • facilitare lo svezzamento dalla ventilazione meccanica;
  • migliorare l’ossigenazione.

Tuttavia, come per ogni procedura, la pronazione possiede delle controindicazioni, che sono rappresentate dall’instabilità emodinamica, tracheostomia recente, grave obesità, trauma facciale, ipertensione endocranica e patologie al rachide cervicale.

Benefici

Oltre ai significativi benefici respiratori che determina questa azione assistenziale, tale metodica comporta miglioramenti anche ad altri organi:

  • Protezione della cute:La pronazione comporta un cambio di posizione del paziente allettato riducendo la pressione esercitata sulla superficie dorsale del corpo, contribuendo alla prevenzione ed alla cura delle lesioni da decubito a carico delle zone più a rischio (calcagni, sacro, gomiti, scapole, occipatale);
  • Apparato locomotore:Previene le retrazioni tendinee, muscolari e danni alle strutture articolari che possono insorgere nei pazienti lasciti a lungo nella medesima posizione.

 

Procedura di pronazione

La pronazione viene eseguita da un lavoro di equipe composta da sanitari esperti, ognuno con le proprie competenze. L’infermiere sarà responsabile della messa in sicurezza dei device del paziente, mentre l’operatore che sarà alla testa del paziente (medico/infermiere più esperto) coordinerà gli altri operatori e sarà responsabile del tubo endotracheale:

  • Preparazione del paziente e del materiale;
  • Informazione del paziente contattabile e valutazione sulla necessità di sedare il paziente o supplementare la sedazione;
  • Rimuovere i device per il monitoraggio (si consiglia di mantenere solo il saturimetro per controllare l’ossigenazione) e sistemare traverse e lenzuola sul paziente in modo da evitare lesioni da pressione dopo la pronazione;
  • Verificare che ciascuno dei deflussori, tubi, drenaggi, siano sufficientemente lunghi da consentire la rotazione del paziente; in caso contrario organizzare il prolungamento di quelli indispensabili o disconnettere temporaneamente quelli non indispensabili;
  • Non disconnettere il paziente dal ventilatore durante la manovra;
  • È consigliabile sospendere la nutrizione enterale e fissare il sondino nasogastrico in posizione di scarico per evitare episodi di vomito durante la procedura con conseguente aspirazione;
  • Aspirare le secrezioni bronchiali;

Una volta messo il paziente in sicurezza si passa alla supinazione del paziente:

  • La scelta del numero di operatori per eseguire la pronazione è influenzato da una serie di fattori come il peso e la presenza di diversi device. È comunque consigliabile almeno 5 sanitari formati;
  • Allineare il paziente sul letto con le braccia lungo i fianchi;
  • Spostare il paziente sul bordo del letto controlateralmente al senso di rotazione;
  • Ruotare il paziente assicurandosi che la testa segua il resto del corpo;
  • Una volta pronato posizionare un cuscino a livello dello sterno e uno a livello delle creste iliache;
  • Ripristinare il monitoraggio preesistente e ricollegare tutte le vie e i drenaggi precedentemente disconnessi.

La pronazione è stata considerata una delle armi da attuare in caso di malattia avanzata da Covid-19, è un trattamento economico, rapido ed efficace ma è necessario praticarlo seguendo con attenzione le linee guida vigenti per la sicurezza sia del paziente che degli operatori sanitari.

 

Dott. Antonio Sannino

Infermiere

UOC Cardiologia e UTIC – UOC Rianimazione Covid-19

AORN dei Colli – Ospedale Monaldi di Napoli