La cardiopatia ischemica include tutte le condizioni in cui si verifica un insufficiente apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco. La causa più frequente è l’aterosclerosi, caratterizzata dalla presenza di placche ad elevato contenuto di colesterolo nelle arterie coronarie , capaci di ostruire o ridurre il flusso di sangue.

L’ostruzione improvvisa delle coronarie può condurre all’infarto miocardico con un elevato rischio di arresto circolatorio e decesso. Va ricordato che la patologia aterosclerotica e la cardiopatia ischemica sono la principale causa di morte nel mondo Occidentale.

I fattori di rischio cardiovascolare sono:

  • Ipercolesterolemia o aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, che innalza proporzionalmente il rischio di aterosclerosi.
  • Ipertensione arteriosa: la “pressione alta” o ipertensione arteriosa può avere varie cause e interessa una larga fetta della popolazione di età superiore ai 50 anni. Si associa a una aumentata probabilità di sviluppare l’aterosclerosi e le sue complicanze.
  • Diabete, che insieme a ipertensione e ipercolesterolemia compone la sindrome metabolica, un quadro ad alto rischio di ischemia cardiaca.
  • Stress
  • Vita sedentaria
  • Obesità
  • Fumo
  • Predisposizione genetica

Come prevenire la cardiopatia ischemica?

La prevenzione è l’arma più importante contro la cardiopatia ischemica. Si basa su uno stile di vita salutare, lo stesso che deve essere seguito da chi è stato colpito da problemi cardiaci. Prima di tutto è necessario evitare il fumo e seguire una dieta povera di grassi e ricca di frutta, verdura e cereali integrali. Bisognerebbe limitare o minimizzare le occasioni di stress psicofisico e privilegiare un’attività fisica aerobica regolare. Vanno poi corretti, ove possibile, tutti i fattori di rischio cardiovascolare.

Norme dietetico alimentari

Negli ultimi anni nel mondo occidentale, con l’aumento della prevalenza dell’obesità e delle patologie ad essa correlate, si sta imponendo sempre di più la necessità di migliorare le abitudini alimentari della popolazione. All’obesità sono infatti direttamente correlate l’ipertensione, il diabete mellito e la cardiopatia ischemica. Nella tabella 1 sono raccolte le principali raccomandazioni alimentari per la diminuzione del rischio cardiovascolare.

Introido di Sodio  

Il legame tra consumo di sodio e ipertensione arteriosa è uno dei più studiati: negli adulti (tra 25 e 80 anni) con pressione arteriosa con valori compresi tra 120–159/80–95 mm Hg, la riduzione dell’apporto dietetico di sodio diminuisce la pressione arteriosa. Il consumo di sodio nella popolazione occidentale è più elevato rispetto alle dosi raccomandate: 3500 mg a fronte dei 2300 mg raccomandati dalle linee guida. Alcuni studi suggeriscono come la diminuzione del consumo di sodio di 400 mg al giorno (o una diminuzione solo del 12%) potrebbe prevenire fino a 35000 infarti miocardici e 23000 stroke ischemici all’anno.

Apporto calorico

La riduzione dell’introito calorico risulta fondamentale nella dieta del paziente con cardiopatia ischemica ed è così suddiviso: 50-55% percentuale di carboidrati, apporto di grassi circa il 30% (grassi saturi meno del 10%), apporto proteico del 10-20% (<0.8-1 g/kg/die) e introito di fibre 20- 30 g/die (utili anche nel controllo dell’ipertrigliceridemia), con adeguata assunzione di frutta, verdura e cereali. Le linee guida raccomandano un introito di grassi saturi <10% dell’apporto calorico, colesterolo assunto <300 mg/die ed un aumento dell’l’assunzione di frutta, vegetali e cereali. L’utilizzo di integratori a base di acidi grassi polinsaturi omega-3 (n-3 polyunsaturated fatty acids, PUFA n-3) si è dimostrato efficace nel ridurre i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi.

RACCOMANDAZIONI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
DIMINUZIONE COLESTEROLO LDL Pattern dietetico che favorisce il consumo di frutta, verdura e cereali integrali

Includere nella dieta pesce, legumi e carne bianca

Limitare il consumo di grassi, dolci, bevande zuccherate, carne rossa

Adattare le indicazioni dietetiche alle proprie preferenze e necessità nutrizionali terapeutiche per altre patologie

 

DIMINUZIONE PRESSIONE ARTERIOSA Diminuire l’apporto di sodio

Consumare non più di 2400 mg di sodio al giorno

La riduzione ulteriore del consumo di sodio a 1500 mg e fino a 1000 mg può comportare un’ulteriore riduzione dei valori di pressione arteriosa

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Raggiungere e mantenere il proprio peso-forma

Tabella 1. Principali raccomandazioni alimentari per la riduzione del rischio cardiovascolare

 

Una dieta adeguata in un paziente ischemico dovrebbe garantire un introito calorico sufficiente a soddisfare le richieste energetiche ed avere una composizione equilibrata :50–55% carboidrati, 25–30% lipidi e 15–20% proteine. Per quanto riguarda i regimi dietetici proposti, due pattern alimentari si sono dimostrati essere di beneficio riducendo  il rischio cardiovascolare: la “Dietary Approach to Stop Hypertension (DASH) “e la dieta Mediterranea.

  

MODELLI DIETETICI
Dietary Approach to Stop Hypertension (DASH)

Riduce il rischio cardiovascolare (20-30%)

Miglioramento qualità di vita nei pazienti scompensati

Basso introito di lipidi

Privilegia frutta e verdura, cereali integrali, carne bianca, pesce e noci

Basso apporto di sodio

Privilegia cibi ricchi di calcio, potassio e magnesio

DIETA MEDITERRANEA

Riduzione di molti fattori di rischio: ipertensione, diabete, attivazione neurormonale e infiammazione sistemica

 

Privilegia cereali integrali, frutta, verdura, pesce ricco in omega3

Basso introito di carne rossa

Elevato apporto di grassi monoinsaturi derivante dall’olio d’oliva

Tabella 2. Pattern dietetici

 

Trattamento della cardiopatia ischemica cronica

Una corretta alimentazione è in grado di ridurre fattori di rischio cardiovascolare, quali obesità, diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa e svolgere quindi un ruolo cruciale nella prevenzione delle recidive della cardiopatia ischemica cronica. In pazienti con patologia cardiovascolare è stato da tempo dimostrato l’effetto protettivo della “dieta Mediterranea”.

In accordo con quanto emerso dalle ultime revisione dei  LARN (livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana) si raccomanda:

– ad ogni pasto principale inserire almeno una porzione di cereali e derivati (pane, pasta, riso, mais) privilegiando prodotti integrali e a ridotto contenuto in grassi;

– a tavola ricordarsi di non far mai mancare due o più porzioni tra verdura e frutta, per un totale di 4-5 porzioni al giorno.

– limitare il consumo di prodotti di origine animale quali carne rossa, affettati e insaccati a 2-3 volte al mese.

A pranzo e a cena, alternare la varietà dei secondi piatti privilegiando il pesce (ottimo quello azzurro) 2-3 volte a settimana, la carne bianca a 3-4 volte, le uova 1 volta e i formaggi a 2 volte;

– introdurre nell’alimentazione i legumi secchi o freschi (ceci, fagioli, lenticchie, fave, piselli) almeno 2 volte a settimana;  preferire l’olio extravergine d’oliva sia per la cottura che come condimento a crudo;

– ridurre al minimo il consumo di bevande e cibi con zucchero aggiunto;

– ridurre l’apporto di sale;

– ricordarsi che la quantità massima di vino al giorno per gli uomini è di un bicchiere a pasto e di mezzo bicchiere per le donne;

– non saltare i pasti;

– controllare le quantità cercando di non superare le porzioni consigliate.

L’alimentazione svolge quindi un ruolo importante nella cardiopatia ischemica, interferendo in misura positiva con tutti i maggiori fattori di rischio, quali diabete, ipertensione e dislipidemia. Tutti pazienti ed i loro familiari devono essere informati sulla necessità di un corretto approccio alimentare e le informazioni devono essere espresse in un linguaggio semplice e fruibile.

 

 

 

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Dott.ssa Francesca Dongiglio
Biologa – Nutrizionista

Napoli