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Che cos’è l’aorta e dove si trova?
L’aorta è il vaso sanguigno (arteria) principale della nostra circolazione: da essa partono rami che consentono al sangue ricco di ossigeno, pompato dal cuore, di raggiungere e nutrire tutti gli organi e apparati, compreso il cuore stesso.
Rispetto all’idea che abbiamo dei vasi sanguigni periferici bisogna immaginare che l’aorta ha dimensioni molto maggiori: in soggetti sani il diametro di questa arteria, nel suo primo tratto ad esempio, può essere normalmente anche maggiore di 3,5 cm. L’aorta origina infatti dal ventricolo sinistro ed ha una forma “a bastone da passeggio”.
Il suo primo tratto infatti, abbastanza breve, sale al centro del torace, e per questo si chiama aorta ascendente; l’aorta poi curva all’indietro formando un arco – secondo tratto, cosiddetto arco aortico –, poi il suo terzo tratto scende nella parte sinistra del torace, vicino alla colonna vertebrale – aorta discendente toracica –, continua nell’addome – aorta discendente addominale – e finisce con una biforcazione, che è l’origine dei vasi per gli arti inferiori.
Quali sono le cause delle malattie dell’aorta? In cosa consistono?
I fattori di rischio cardiovascolari generici, oltre a predisporre alle più comuni malattie cardiache, possono causare anche malattie dell’aorta. Fra questi i più importanti sono:
– l’ipertensione arteriosa (pressione sanguigna troppo alta),
– l’aterosclerosi (indurimento dei vasi sanguigni),
– il fumo di tabacco,
– la familiarità, ovvero l’avere familiari già affetti da patologie dell’aorta.
Oltre a queste, altre possibili cause di malattia dell’aorta sono:
– alcuni difetti genetici (come la sindrome di Marfan, la sindrome di Ehler Danlos tipo 4, la sindrome di Loeys-Dietz, la sclerodermia, l’osteogenesi imperfetta etc.);
– la valvola aortica bicuspide congenita (una malformazione della valvola che separa il cuore dall’aorta, che pur essendo presente dalla nascita può non dare alcun problema per molti anni, ma costituisce un fattore di rischio per disfunzioni della valvola o malattie dell’aorta);
– malattie infiammatorie dei vasi arteriosi (“vasculiti”)
Le patologie dell’aorta possono però in alcuni casi colpire soggetti che non presentano alcuno di questi fattori di rischio (cosiddette “forme non-sindromiche”): probabilmente alla base di queste forme vi sono difetti genetici non ancora conosciuti dal mondo scientifico.
Le malattie dell’aorta possono portare ad un ingrossamento del vaso (dilatazione o “ectasia”), che è un processo lento e continuo e può durare tanti anni senza dare alcun sintomo.
Se state leggendo questo articolo è probabile perché vi è stata diagnosticata una dilatazione o un aneurisma dell’aorta. È bene sapere che a volte questi termini vengono utilizzati in maniera imprecisa. Solo una dilatazione che arriva a misurare il 50% in più della dimensione normale dell’aorta può essere chiamata “aneurisma”, e rappresenta in genere una situazione che deve essere trattata chirurgicamente. Dilatazioni di minore entità richiedono soltanto controlli ripetuti più volte nel tempo: il cardiologo o il cardiochirurgo vi dirà se in base alle dimensioni della vostra aorta sarà necessario un controllo ogni anno oppure ogni sei mesi, in genere.
Sia in soggetti che sono già a conoscenza della propria dilatazione aortica, sia in soggetti che non hanno mai ricevuto questa diagnosi, può esservi, in presenza dei fattori di rischio sopra elencati, una malattia dell’aorta che può esordire direttamente con una complicanza acuta.
Le complicanze acute sono la rottura dell’aorta (che avviene in genere quando la dilatazione raggiunge diametri molto elevati, intorno a 6 cm o più) o la dissezione aortica (che è invece meno prevedibile in base alle dimensioni).
Una malattia dell’aorta è una condizione grave? A chi rivolgersi per la sua cura?
Il rischio di rottura e dissezione aortica è il motivo per cui le malattie dell’aorta possono essere considerate patologie particolarmente serie. Infatti, rottura e dissezione, anche se abbastanza rare, sono complicanze improvvise che possono purtroppo portare alla morte in breve tempo dalla loro insorgenza.
Fortunatamente, l’esecuzione anche in soggetti sani di esami di diagnostica per immagini (ecocardiografia, TAC del torace, risonanza magnetica cardiaca etc.) per motivi di lavoro, sport, assicurativi o altro, porta in molti casi all’identificazione occasionale della presenza di una dilatazione dell’aorta asintomatica, prima che il rischio di complicanze diventi elevato. Allora un buon controllo della pressione arteriosa e l’esecuzione di ulteriori esami periodici (in modo da valutare la velocità con cui l’aorta si dilata, in termini di millimetri/anno, ed eventualmente intervenire in maniera preventiva) possono aiutare ad evitare le complicanze acute.
Pertanto è molto importante rivolgersi al medico specialista più competente nella specifica patologia di cui si è portatori: chi ha una dilatazione o aneurisma dell’aorta toracica (ascendente, arco o discendente) deve rivolgersi al cardiochirurgo, mentre la competenza per le malattie dell’aorta addominale è del chirurgo vascolare.
Altrettanto importante sarà mostrare allo specialista le immagini radiologiche (in genere di angioTAC dell’aorta, ovvero eseguite con somministrazione di mezzo di contrasto), affinché egli possa rivalutare le dimensioni dell’aorta nel migliore dei modi: non è raro che si smentisca una diagnosi, evitando così che il paziente viva con l’angoscia di rischiare una complicanza (rottura o dissezione dell’aorta) a causa di una errata sovrastima delle dimensioni della propria aorta.
Invece una conferma della presenza di aneurisma porterà il paziente all’intervento chirurgico risolutivo in condizioni di elezione (ovvero programmato, non in emergenza): si tratta di interventi eseguiti pressoché quotidianamente ed a basso rischio.
Contatta l’ esperto in merito a questo argomento
Prof. Alessandro Della Corte
Professore Associato di cardiochirurgia
Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali
Università della Campania “Luigi Vanvitelli”
U.O.C. Cardiochirurgia – Ospedale Monaldi
Napoli