Ogni anno in Italia circa 14 mila pazienti  con patologie cardiache a rischio di morte improvvisa vengono sottoposti all’impianto di un defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD) e circa 20 mila pazienti con bradiaritmia sintomatica vengono sottoposti all’impianto di un pacemaker.

Gli ICD e i pacemaker sono dei dispositivi elettrici di altissima tecnologia, oggi ormai molto miniaturizzati (grandi circa come un orologio da taschino i primi, poco più grandi di una moneta da 2 Euro i secondi), che possono essere considerati dei veri e propri “dispositivi salvavita”.

L’intervento di impianto di un ICD e di un pacemaker è molto simile.  Si tratta di un intervento di piccola chirurgia (in genere eseguito anestesia locale) con cui il dispositivo viene posizionato in una piccola tasca sottocutanea, in genere posizionata sotto la clavicola. Il dispositivo viene collegato ad uno o più fili (chiamati elettrocateteri) che attraverso una grossa vena (in genere la vena succlavia, o la vena ascellare, o la vena cefalica) vengono inseriti all’interno del cuore. Questi fili hanno lo scopo di mettere in comunicazione il dispositivo con il muscolo cardiaco. L’intervento in tutto ha generalmente una durata di 30-60 minuti. L’impianto di un ICD o di un pacemaker in condizioni normali richiede una breve degenza (di 2-4 giorni, a seconda dei casi).

 

Pur trattandosi di un intervento semplice e relativamente poco impegnativo per il paziente, l’impianto di un ICD o di un pacemaker può cambiare profondamente la vita del paziente che lo subisce. Soprattutto nei primi mesi dopo l’intervento, i pazienti sono limitati nell’eseguire alcune attività della vita quotidiana. Una di queste attività è la guida degli autoveicoli.

 

Patologie cardiache e patente di guida

I pazienti portatori di ICD possono presentare improvvisamente, ed in qualsiasi momento della giornata, delle gravi aritmie cardiache che possono richiedere l’intervento dell’ICD che ha la funzione di interromperle rapidamente. In genere (ma non sempre) l’ICD interrompe queste aritmie erogando un potente “shock elettrico” (percepito dal paziente come un forte e doloroso colpo nel petto) che ha la funzione di resettare completamente l’attività elettrica del cuore e di arrestare l’aritmia. L’ICD è considerato un “dispositivo salvavita” in quanto queste aritmie, se non prontamente interrotte, possono condurre all’arresto cardiaco e quindi alla morte. Queste aritmie, anche se interrotte tempestivamente dall’ICD, possono provocare una transitoria perdita di conoscenza. Se questo si verifica durante la guida vi può essere la perdita del controllo del veicolo e questo può provocare incidenti e costituire un serio pericolo per il paziente stesso e per gli altri. Per questo motivo i pazienti sottoposti ad impianto di ICD possono avere delle limitazioni alla guida degli autoveicoli imposte dalla legge. Queste limitazioni sono descritte in dettaglio nel prossimo paragrafo. È importante sottolineare che il rischio che insorga un’aritmia che possa compromettere la capacità di guida non dipende dalla presenza dell’ICD ma dalla patologia cardiaca che ha richiesto l’impianto dell’ICD: ci sono patologie a più alto rischio e patologie con un rischio più basso. Inoltre, il rischio di aritmie è più alto nei primi mesi dopo l’impianto e tende a ridursi con il passare del tempo.

Il pacemaker è un dispositivo con funzioni completamente diverse rispetto all’ICD. Esso viene impiantato nei pazienti con bradiaritmia sintomatica ed ha la funzione di stimolare il cuore quando il ritmo cardiaco è troppo lento. Di fatto il pacemaker in quei momenti si sostituisce all’attività elettrica naturale del cuore, risolvendo completamente il problema. È per questo motivo che il paziente con pacemaker ha un rischio che si verifichi un’aritmia durante la guida molto più basso rispetto ad un paziente con ICD. Questo rischio è legato ad un improvviso malfunzionamento del dispositivo (evenienza estremamente rara) o allo spostamento di uno dei fili (elettrocateteri) che mettono in comunicazione il dispositivo con il muscolo cardiaco. Quest’ultima evenienza è più probabile che si verifichi nei primi giorni dopo l’intervento di impianto del pacemaker. È per questo motivo che i pazienti che hanno subito un impianto di pacemaker hanno delle limitazioni alla guida solo nei primi giorni dopo l’intervento.

In occasione del rinnovo della patente di guida, il giudizio di idoneità alla guida viene rilasciato dalla Commissione Medica Locale che può avvalersi della consulenza di uno specialista cardiologo appartenente alle strutture pubbliche. Nell’esprimere il giudizio di idoneità alla guida di un paziente portatore di ICD o pacemaker che deve rinnovare la patente, i Presidenti delle Commissioni Mediche dovrebbero basarsi su delle Linee Guida specifiche. Le Linee Guida rappresentano delle “direttive” delle Società Scientifiche basate sulle evidenze scientifiche. Le Linee Guida di riferimento per l’idoneità alla guida dei pazienti portatori di ICD o di pacemaker sono quelle recentemente pubblicate dall’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC).

Vediamo in sintesi cosa dicono queste Linee Guida.

Pazienti sottoposti ad impianto di un ICD

Per quanto riguarda il rinnovo patente per portatori di defibrillatore occorre distinguere i pazienti che sono stati sottoposti ad impianto di un ICD pur non avendo mai avuto un’aritmia pericolosa (“impianto in prevenzione primaria”) dai pazienti che vengono sottoposti ad impianto di un ICD in quanto hanno presentato uno o più episodi di aritmie pericolose (“impianto in prevenzione secondaria”):

  • i pazienti sottoposti ad impianto di ICD in prevenzione primaria non possono guidare per il primo mese dopo l’intervento;
  • i pazienti sottoposti ad impianto di ICD in prevenzione secondaria non possono guidare per i primi 3 mesi dopo l’intervento;
  • i pazienti che vengono invece sottoposti alla semplice sostituzione dell’ICD per esaurimento della batteria non possono guidare per la prima settimana dopo l’intervento;
  • i pazienti guidatori professionali (vale a dire gli autisti di camion e pullman) sottoposti all’impianto di un ICD (sia in prevenzione primaria che secondaria) non possono più guidare per scopi professionali (restrizione permanente alla guida per uso professionale).

 

Pazienti sottoposti ad impianto di un pacemaker

  • i pazienti sottoposti ad impianto di un pacemaker non possono guidare per la prima settimana dopo l’intervento;
  • i pazienti guidatori professionali sottoposti all’impianto di un pacemaker non possono guidare per scopi professionali per il primo mese dopo l’intervento;
  • i pazienti che vengono invece sottoposti alla semplice sostituzione del pacemaker per esaurimento della batteria non hanno particolari restrizioni alla guida.

 

Segnalazione alla Motorizzazione Civile

Quando un paziente viene sottoposto all’impianto di un ICD o di un pacemaker l’ospedale dove viene eseguito l’intervento non è tenuto a segnalarlo alla Motorizzazione Civile. La segnalazione è a carico del paziente stesso. Fare tempestivamente questa segnalazione è di fondamentale importanza in quanto, in caso di incidente, la compagnia assicurativa può negare la sua tutela, qualora il guidatore non abbia tempestivamente segnalato alla Motorizzazione Civile di essere portatore di ICD o pacemaker.

 

Portatori di pacemaker e cinture di sicurezza

Gli ICD e i pacemaker vengono generalmente impiantati poco sotto la clavicola sinistra o destra. La loro posizione fa si che quando ci si posiziona alla guida, la cintura di sicurezza passi proprio sopra il dispositivo. Questo spesso fa sorgere il dubbio nei pazienti sul rischio di danni al dispositivo in caso di incidente stradale. Per questo motivo, molti pazienti portatori di ICD o pacemaker chiedono di poter beneficiare di un esonero speciale dall’obbligo di indossare la cintura di sicurezza.

In realtà dopo le prime settimane dall’impianto il dispositivo viene completamente “inglobato” nella tasca sottocutanea dove è stato posizionato e la probabilità che un trauma toracico lo danneggi è estremamente bassa. È invece molto più alta la probabilità di traumi fisici, anche mortali, in caso di incidente senza le cinture di sicurezza allacciate. È per questo che normalmente i pazienti portatori di ICD o pacemaker non sono esonerati dall’obbligo di tenere le cinture allacciate mentre sono in auto. Come il rispetto dei limiti di velocità, allacciare le cinture di sicurezza non è solo un obbligo, ma anche un gesto di responsabilità di primaria importanza.

 

 

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Dott. Pietro Palmisano

Cardiologo Aritmologo, esperto in diagnosi e terapia dei disturbi del ritmo cardiaco

Unità Operativa Complessa di Cardiologia

Azienda Ospedaliera “Card. Giovanni Panico”

Tricase (Lecce)