Introduzione

 Il primo intervento di chirurgia della valvola mitrale è stato eseguito con successo per la prima volta nel 1923 dal Dr. Cutler a Boston nel Massachusetts. Negli ultimi 100 anni molte sono le tecniche chirurgiche e le tecnologie che sono state sviluppate ed implementate in quest’ambito e sono a tutt’oggi in continua evoluzione. Tutti gli interventi chirurgici per il trattamento delle patologie della valvola mitrale sono, in ultima analisi, riconducibili a due grandi categorie: la plastica della valvola mitrale e la sostituzione valvolare mitralica.

 

Che cos’è la plastica mitralica?

La plastica mitralica è un intervento di riparazione volto a ricostituire l’anatomia funzionale della valvola mitrale.

Ad oggi il prolasso mitralico rappresenta l’indicazione più frequente all’esecuzione di questa strategia chirurgica. Nel nostro paese la causa prevalente del prolasso valvolare è la degenerazione mixomatosa che consiste nell’alterazione del tessuto di cui è composto l’apparato valvolare e può comportare un eccessivo aumento della superficie dei lembi valvolari, un allungamento/rottura delle corde tendinee e/o una dilatazione dell’anello valvolare.

Questo comporterà una variazione della geometria valvolare con conseguente insufficienza mitralica.

Per correggere queste alterazioni le tecniche più frequentemente utilizzate sono le seguenti:

  • Neocorde: consiste nell’impianto di corde tendinee artificiali che vengono cucite ai muscoli papillari e al margine libero di un lembo mitralico per riportarlo sul corretto piano di chiusura valvolare.
  • Resezione triangolare e resezione quadrangolare: prevedono l’asportazione del tessuto in eccesso a carico di un lembo (di solito quello posteriore).
  • Anuloplastica: è basata sull’impianto di un anello valvolare artificiale utilizzato con il duplice scopo di ricostruire la normale geometria valvolare e di evitare future dilatazioni anulari.

Che cos’è la sostituzione valvolare mitralica?

La sostituzione valvolare mitralica consiste essenzialmente nella rimozione della valvola nativa (o di una parte di essa) e nell’impianto di una protesi valvolare meccanica o biologica.

Questa procedura viene intrapresa qualora non sia possibile eseguire un intervento riparativo. Nella chirurgia moderna si cerca di preservare l’apparato sottovalvolare (muscoli papillari e corde tendinee) in quanto è considerato fondamentale per il mantenimento della funzione ventricolare. Purtroppo, a volte, in seguito a calcificazioni severe, fenomeni fibrotici ed adesivi o in seguito ad estese endocarditi, non è possibile preservare questa importante struttura.

Come viene eseguito l’intervento chirurgico?

Una volta giunto in sala operatoria il paziente viene sottoposto ad anestesia generale e sarà quindi incosciente durante la procedura. Tutti i parametri vitali vengono attentamente monitorati e viene preparato il campo operatorio sterile. L’intervento ha inizio con una incisione sul torace che permetta l’accesso alle camere cardiache ed il paziente viene preparato per essere connesso alla macchina cuore-polmone che sostituisce temporaneamente le funzioni cardio-polmonari e si avvia così la circolazione extracorporea. Viene quindi somministrata la cardioplegia, un liquido che arresta e protegge il cuore, dopodiché si può procedere alla parte centrale dell’intervento chirurgico attraverso una delle tecniche sopra indicate. Una volta effettuata la riparazione/sostituzione e richiuse le cavità cardiache il cuore può ricominciare a battere

 

Cosa succede dopo l’intervento?

Il paziente viene trasportato in terapia intensiva dove avrà luogo il suo risveglio. Qui viene tenuto sotto stretta e continua osservazione e riceve tutte le cure e l’assistenza del caso per almeno 24-48 ore. Il paziente viene quindi trasferito in reparto dove continuerà il suo processo di guarigione ed inizierà il suo percorso riabilitativo per almeno 5-6 giorni. I tempi di degenza possono variare a seconda delle condizioni preoperatorie e del tipo di chirurgia effettuata. Il paziente, alla sua dimissione, potrà essere indirizzato presso una struttura di riabilitazione cardio-polmonare per essere assistito durante la ripresa delle sue quotidiane attività.

Qual è l’intervento giusto per me?

Idealmente la plastica della valvola mitrale deve sempre essere preferita quando la probabilità di riuscita dell’intervento è alta e ci si può aspettare che la riparazione sia duratura nel tempo. Qualora ciò non sia possibile bisogna optare per una sostituzione valvolare mitralica. La scelta sulla protesi biologica o meccanica tiene in considerazione molteplici fattori tra i quali l’età del paziente, le sue patologie associate e la volontà del paziente stesso che è reso parte integrante ed attiva di questo processo decisionale.

 

 

 

Prof. Luca Salvatore De Santo

 Professore associato di Cardiochirurgia

Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali
Università della Campania “Luigi Vanvitelli”
U.O.C. Cardiochirurgia – Ospedale Monaldi
Napoli

 

Dott. Giuseppe Falivene

Medico specializzando in Cardiochirurgia

Università della Campania “Luigi Vanvitelli”
U.O.C. Cardiochirurgia – Ospedale Monaldi
Napoli