Lavorando nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di riferimento di una vasta e popolosa zona di Napoli ho notato un costante incremento, negli ultimi anni, del numero di casi di infarto del miocardio nei giovani.

Questa osservazione, assieme ai dati che dimostrano un costante aumento dell’utilizzo di droghe nella popolazione generale, ma soprattutto fra i nostri ragazzi ed adolescenti, mi hanno fornito lo spunto per ricercare, nella letteratura scientifica disponibile, una correlazione causa-effetto tra l’uso di droghe e l’infarto nei giovani.

Molti studi scientifici dimostrano, tra i numerosi effetti negativi sulla salute causati dall’ uso di stupefacenti, che non solo la cocaina ma praticamente tutte le droghe, compresa la cannabis, possono provocare danni all’apparato cardiovascolare, tra cui aritmie, ictus cerebrale ed anche un grave infarto del miocardio con rischio di morte per il paziente.

Il numero di ricoveri in terapia intensiva cardiologica legati ad infarto causato dall’uso di stupefacenti è in costante aumento. Il consumo di cocaina è certamente la causa principale di danno al cuore legato all’uso di droghe, però, è importante sottolineare che si osservano in Pronto Soccorso sempre più pazienti con infarto provocato dall’uso di cannabis, che ormai è la droga largamente più diffusa, e che la maggior parte di questi pazienti sono giovani.

 

Come la droga causa danno al cuore

La cocaina più causare gravi danni al cuore perché provoca improvvisa riduzione del flusso sanguigno, quindi dell’apporto di ossigeno, al muscolo cardiaco che di conseguenza va in ischemia. In sostanza la cellule del cuore, non ricevendo più l’ossigeno di cui hanno bisogno, vanno in sofferenza, tecnicamente in ischemia, che, se dura troppo tempo, da qualche minuto fino a poche ore, provoca la morte delle cellule stesse, cioè l’infarto. La cocaina causa tutto ciò soprattutto attraverso lo spasmo delle coronarie, i vasi sanguigni che portano il sangue al cuore, ma anche provocando aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Un altro effetto dannoso della cocaina è l’invecchiamento precoce delle coronarie: nei giovani che ne fanno uso si trovano spesso placche di aterosclerosi tipiche degli anziani cardiopatici.

La cannabis è associata ad infarto cardiaco attraverso diversi meccanismi: il tetraidrocannabinolo, il principio metabolicamente più attivo della cannabis, può accelerare la aterosclerosi coronarica, ma anche aumentare il lavoro del cuore attraverso tachicardia e riduzione improvvisa ed eccessiva della pressione arteriosa. Inoltre, in molti giovani che sono ricoverati d’urgenza per infarto dopo aver consumato cannabis, si evidenzia alla coronarografia spasmo o addirittura trombosi delle coronarie.

Gli oppioidi come l’eroina possono provocare infarto acuto sia attraverso vasospasmo delle coronarie sia a causa di un improvviso abbassamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca che riducono l’apporto di ossigeno al cuore. L’abuso di eroina per lungo tempo, inoltre, provoca una grave aterosclerosi delle arterie coronarie con la formazione di placche che ostruiscono il flusso di sangue.

Sintomi dell’ infarto da uso di droghe

Nella maggior parte dei casi un infarto causato dall’uso di droghe si manifesta con dolore toracico oppressivo, cioè con il quadro della angina tipica. Spesso i pazienti descrivono una oppressione forte al centro del petto, dietro lo sterno, a volte estesa al braccio sinistro o al collo fino alla mandibola.

Il dolore, però, può anche manifestarsi più in basso “alla bocca dello stomaco” o al dorso. Al dolore possono frequentemente associarsi la tachicardia, percepita come un battito cardiaco molto veloce, soprattutto in chi ha fatto uso di cocaina, e la dispnea, una sensazione di difficoltà respiratoria o di “mancanza di aria”.

Nei pazienti con angina, un incremento significativo delle troponine cardiache, può aiutare a diagnosticare l’infarto anche in un paziente che ha fatto uso di droghe.

Cosa fare se…..

In caso di insorgenza di questi sintomi bisogna immediatamente contattare il servizio di emergenza-urgenza che se riterrà opportuno trasporterà il paziente nel più vicino ed attrezzato Pronto Soccorso.

Al fine di diagnosticare immediatamente un infarto provocato dall’uso di droghe è importante informare prontamente il personale medico ed infermieristico di aver consumato stupefacenti di qualsiasi tipo. Questo è fondamentale perché permette di utilizzare le terapie più adatte per salvare la vita del paziente e ridurre al minimo i danni al cuore, ma anche per evitare l’impiego di farmaci che sono normalmente efficaci nell’ infarto non causato da stupefacenti ma potenzialmente dannosi in chi ha fatto uso di droghe.

Terapia

I pochi studi scientifici disponibili riguardanti le terapie da utilizzare nell’ infarto provocato da droghe consigliano nei casi più gravi di effettuare immediatamente la coronarografia ed eventualmente l’angioplastica coronarica.

Nei casi dovuti ad abuso di cocaina, i farmaci più efficaci sono i sedativi ed i vasodilatatori che consentono di ripristinare un adeguato flusso sanguigno al cuore.

Nell’infarto causato dall’abuso di cannabis la cosa più utile è trattare la tachicardia utilizzando i beta-bloccanti che, in questi pazienti, sono sicuri, oltre che subito efficaci.

Superata la fase acuta e più critica, la terapia più efficace è certamente smettere di utilizzare droghe, infatti la causa più frequente di nuovo infarto è la ricaduta nell’abuso di sostanze stupefacenti.

Conclusioni

L’uso di droghe è sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, mentre l’età in cui ci si avvicina ad esse è sempre più precoce. Purtroppo le sostanze stupefacenti creano enormi danni alla salute, potendo anche procurare infarti che, spesso, sono anche più gravi degli infarti non dovuti alle droghe.

Se è vero che la cocaina e le anfetamine sono le sostanze che più frequentemente provocano gravi danni al cuore, non bisogna dimenticare che anche la cannabis e gli oppiacei possono causare un infarto, quindi i possibili effetti tossici della marijuana non devono essere sottovalutati.

Superata la fase acuta, già durante il ricovero i pazienti devono essere informati dell’accaduto, così da iniziare un percorso finalizzato ad interrompere la dipendenza.

Tale percorso deve essere continuato anche dopo la dimissione perché il cambiamento di abitudini di vita dannose, come l’abuso di stupefacenti è, insieme alla terapia farmacologica, di importanza fondamentale per evitare di avere un nuovo infarto, potenzialmente ancor più grave.

Sarebbe infine utile informare la popolazione, in particolare i giovani, sfruttando tutti i mezzi disponibili, delle possibili conseguenze dell’uso di droghe poichè la consapevolezza del problema è l’arma più efficace per proteggere tutti i cittadini da un problema sempre più diffuso.

 

a cura del Dott. Marco Malvezzi Caracciolo d’Aquino